
Laureato in Scienze Politiche e in Scienze Religiose a Bologna, ha lavorato come educatore e animatore sociale a Parma, dove attualmente insegna Religione Cattolica presso l’I.S.I.S.S. Pietro Giordani. Nel 2021 si è diplomato al master in dialogo interreligioso presso l’Istituto di Studi Ecumenici “San Bernardino” (ISE) di Venezia.
Senza avarizia
di Giuseppe Bizzi
Leggendo il libro del nostro collega Filippo Binini, “Pluralismo religioso a scuola: una proposta”, viene in mente la frase di un grande docente ed educatore, don Lorenzo Milani: “Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia” (“Lettera a una professoressa”). Qual è dunque il “problema comune” a molti docenti di religione al centro di questo volume appena pubblicato da Pazzini Editore? Il ruolo stesso della nostra disciplina e di chi la insegna
nell’attuale contesto religioso, sociale e scolastico.
La prima parte del volume affronta la questione cogliendo i segnali di criticità rispetto all’impostazione uscita dal Concordato del 1984, anche attraverso un confronto con le altre esperienze europee.
Questi i principali temi: il pluralismo religioso in Italia e a scuola; la facoltatività della scelta e l’assenza della materia alternativa; i numeri in crescita di chi non si avvale della disciplina soprattutto in alcune zone d’Italia e in alcuni indirizzi di scuole superiori; la fragilità e le contraddizioni della figura dell’insegnante di religione “in comproprietà” tra Stato e Chiesa; l’eccessiva varietà dei programmi svolti dai docenti e l’atipicità della valutazione; la difficoltà di un lavoro interdisciplinare.
La trattazione è rigorosa e confortata da numeri e bibliografia. Ma per nulla fredda. Si coglie la credibilità dell’esperienza (Filippo insegna in un istituto professionale) e l’urgenza personale di cambiamento, molto probabilmente condivisa anche da altri docenti, considerando gli interventi che hanno accompagnato alcuni dei nostri ultimi incontri di formazione.
E qui dunque arriva il “sortirne tutti insieme” che motiva la seconda parte del libro. La proposta è quella di percorrere “dal basso” il necessario aggiornamento della disciplina rispetto alla proposta concordataria. Con fedeltà alle Linee guida, ma in un percorso che attui alcune attenzioni fondamentali.
L’autore propone a lettori e lettrici una vera e propria programmazione di cinque anni in un istituto professionale, con scansioni temporali, metodologie didattiche e consigli bibliografici. I titoli di ogni percorso annuale sono già significativi: Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo?; Le religioni del Mediterraneo; Tra Oriente e Occidente; La stagione del cielo vuoto; L’età del pluralismo.
Ciascun docente potrà trovare molti spunti concreti, ma soprattutto lo stimolo a fare altrettanto: verificare ed eventualmente ripensare la propria programmazione alla luce delle proposte di Binini e delle scelte di fondo che le motivano. Sono infatti costanti alcuni elementi che provano a rispondere, nella concretezza della vita scolastica, alle criticità generali evidenziate nella prima parte del libro.
Il fatto cristiano è affrontato in relazione alle altre fedi, valorizzando anche le differenti esperienze dei ragazzi; la dinamica religiosa è colta soprattutto nei suoi aspetti antropologici, storici e sociali; si cercano spesso collegamenti interdisciplinari seguendo i programmi delle diverse materie; si propone un lavoro a progetti per coinvolgere anche gli studenti che non frequentano l’ora di religione.
Oltre che dell’esperienza sul campo, il libro è il frutto del Master in Dialogo interreligioso svolto dall’autore all’Istituto di Studi ecumenici San Bernardino di Venezia. A giudicare dal risultato, un’esperienza formativa nel senso più profondo di questo aggettivo: acquisire chiavi di lettura e contenuti per leggere e cambiare la realtà. Condividendo problemi e soluzioni, “senza avarizia”.
Pluralismo religioso a scuola: una proposta.
Insegnare religione in una società plurale: una proposta per le scuole superiori PAZZINI; Villa Verrucchio (RN), 2021 p.168
di Stefania Ginanneschi
Il libro di Binini, si inserisce nel percorso “Frontiere” dedicato dalla casa editrice Pazzini, ai temi del dialogo interreligioso e del confronto con l’altro da se’.
Molto interessante ed attuale il percorso delineato dall’autore. Il progetto si caratterizza per la scelta di imbastire una riflessione sul rapporto tra indicazioni nazionali relative all’insegnamento della religione e la realtà della pluralità delle appartenenze religiose della società italiana, tra il ruolo dell’insegnamento della Religione nella scuola , con una particolare attenzione alla scuola superiore , ed una delicata ed attenta analisi volta a contestualizzare sia il ruolo che le indicazioni stesse dentro un progetto di scuola inclusiva , capace cioè dì aver presente la grande varietà che si respira nel nostro paese in tema di religiosità e religioni.
Il libro mostra chiare indicazioni per un percorso ricco ed articolato, a partire da una consapevole conoscenza delle diverse realtà che entrano in gioco nella complessa realtà educativa della scuola.
Degna dì nota la capacità di operare una sintesi efficace della situazione con una ipotesi concreta dì percorso didattico, capace di incuriosire e suggerire linee di sviluppo anche in altri contesti educativi.
Il percorso si delinea dedicando una prima parte ad una analisi sulla situazione in relazione alla caratterizzazione della presenza della religione, o meglio delle religioni, nella società e nella cultura, per poi inserire una proposta di percorso didattico.
Il testo suggerisce una riflessione, a mio avviso imprescindibile, per chi insegni religione cattolica o si occupi a titolo diverso dell’educazione religiosa o anche semplicemente abbia a cuore la costruzione di percorsi culturali a carattere sociale, rispetto al passaggio dalla riflessione sul tema della religione a quello “delle religioni “. Viviamo si in una società secolarizzata, ma questo processo non pare averci condotto all’ “ eclissi del sacro”, infatti a fronte di un cambiamento del ruolo che la religione gioca nella società questa continua ad essere l’espressione di un bisogno primario, per una umanità che non accontentandosi di fermarsi alla “dimensione biologica “ si avventuri nelle ricerca di risposte a domande di senso della vita stessa e sul modo con cui le diverse forme religiose rappresentino una questione collettiva pubblica e visibile.
Tale stagione del pluralismo investe l’idea stessa della laicità chiamata a definirsi attraverso modelli accoglienti nei confronti della diversità religiosa.
E se questa nuova prospettiva, che chiama ad una rinnovata centralità della dimensione del dialogo, interpella necessariamente la scuola che è uno dei luoghi privilegiati dell’incontro tra le diverse culture, in considerazione del dato di fatto che la scuola “ è il luogo in cui prende forma il mondo di domani” appare evidente quanto sia fondamentale che questa affronti il tema del pluralismo religioso in modo da permettere a suoi fruitori di divenire competenti nel partecipare attivamente ad un dialogo su principi , valori, costumi, tradizioni che rappresenterà un momento fondamentale del loro percorso come cittadini . L’autore compie una interessante analisi sul tema dell’insegnamento delle religioni in Europa per focalizzarsi in modo specifico sull’ insegnamento della religione in Italia, sulle criticità e le grandi questioni a questo riguardo ancora aperte, per poi fermarsi a riflettere come si colloca tale insegnamento in un contesto plurale.
Su questa analisi articolata egli inserisce la proposta didattica che si caratterizza per la capacità di tener presenti le indicazioni nazionali coniugandole con una realtà scolastica, sociale e religiosa concreta inserita in un territorio specifico, stimolando i docenti a confrontarsi con le opportunità di impostare in questa doppia chiave il loro lavoro scolastico. Elemento prezioso di questa proposta è l’attenzione alla costruzione di un dialogo fattivo tra l’IRC e le altre discipline fondamentale in relazione alla complessità dei contenuti, ma anche come modellamento al dialogo per tutto il sistema scolastico.
Sarebbe interessante come suggerisce Pajer, nella prefazione al testo che da queste esperienze nascesse la volontà di un confronto tra i docenti di differenti scuole di varie aree geografiche, capace di dare impulso significativo all’azione didattica dei docenti di religione.